IL SOGNO PROSEGUE
IL SOGNO PROSEGUE
L’avventura continua
Campionato Regionale Enduro Lombardia 2018.
Paolo Bellasich, il pilota di soloenduro, prosegue la sua avventura nel Campionato Regionale Lombardo. Non ce ne importa nulla del risultato, per noi conta vedere un ragazzo felice che corona un sogno, Correre!
Dopo la prima esperienza di gara a Vestone (15 luglio) siamo finalmente arrivati alla seconda! L’obiettivo principale era quello di mantenersi un po’ in allenamento durante la pausa tra una gara e l’altra, cosa purtroppo non concretizzatasi a causa degli impegni lavorativi. Sono però riuscito, cosa importante, ad arrivare il giorno della competizione riposato. Cosa che mi ha aiutato a mantenere la concentrazione prima della partenza e durante la gara: per chi si fosse perso il primo articolo, consiglio di leggerlo per capirne il proseguo.
La gara scorsa la mia moto non mi aveva convinto, pochi bassi, motore sporco in accelerazione proprio non spingeva come al solito. Arrivato a casa, ho scoperto che la valvola di scarico era rimasta bloccata, aperta! Ecco il motivo del mal funzionamento. Chiavi, cacciavite, pinze e calma… ecco che l’ho sistemata. Da questo fatto ho capito una cosa, Mai lavorare di fretta, spesso e volentieri “la gatta frettolosa partorisce i gattini cechi” ecco l’importanza della calma e pazienza quando si lavora sulla propria moto.
Ad ogni modo stavolta ho cominciato a preparare la moto un paio di settimane prima, controllandola tutta per non trovarmi sorprese all’ultimo momento. Montate le gomme nuove e fatto un tagliando generale, il venerdì prima della gara sono andato con il mio compagno di squadra Patrick a vedere le prove speciali. Ci siamo fatti una bella passeggiata di diversi chilometri sotto al sole per capire come affrontare i percorsi e cercare eventuali punti critici.
La gara si sviluppava su tre fettucciati, due veramente lunghi ed uno che svolgeva la funzione di extreme test in quanto pieno di buche e quindi più impegnativo.
Il sabato sera ho caricato il furgone e controllato di aver preso con me ogni cosa, dall’abbigliamento agli attrezzi… e dopo una cenetta leggera mi sono messo subito a letto, in modo da non avere problemi a svegliarmi il giorno seguente.
Domenica mattina alle 5 mio papà Cristian, che mi ha seguito e che ovviamente ringrazio, mi ha svegliato con una bella tazza di caffè caldo. Fatta la colazione siamo partiti e con calma ci siamo diretti verso Antegnate, dove siamo arrivati per le 7.
Sul posto c’era già Edoardo, il presidente del mio motoclub (Mc 3 Laghi) che ci aveva tenuto il posto accanto a lui. Scaricata la moto mi sono diretto al capannone dove venivano effettuate le iscrizioni, li ho ricevuto il modulo da compilare per il parco chiuso e i numeri di gara che ho incollato sulle tabelle della mia moto.
Mentre aspettavo i miei compagni di squadra ho scaricato la bicicletta dal furgone e mi sono fatto una pedalata al primo cross test (quello più vicino ai paddock), così ho visto il sole sorgere sulla prova speciale. Tempo di bere un caffè e provare la moto (verificare un’ultima volta che fosse tutto a posto) ed era quasi ora del briefing, ho quindi portato la moto nel parco chiuso e una volta ascoltate le parole del direttore mi sono preparato per la gara.
Recuperata la moto mi sono diretto alla partenza, dove siamo partiti in gruppi di 3 per volta. Partiamo col parlare dei trasferimenti che erano abbastanza lunghi ma semplici, quasi tutti in mezzo a campi polverosi (visibilità ridotta in maniera non indifferente) e con qualche pezzo di asfalto. Abbiamo respirato più terra durante gli spostamenti che durante le PS, ma fa parte del gioco.
Arrivato al primo cross test sono bello carico, so che il fettucciato è infinito e quindi cerco di dosare le forze per arrivare in fondo senza prendere troppi rischi. La prova è veloce, scorrevole… ma completamente diversa da come me la aspettavo! Mi sembra di guidare sulla sabbia: la terra del campo si è completamente sbriciolata ed io mi aspettavo di trovare degli appoggi solidi… “poco male” mi dico, farò un po’ di esperienza.
Arrivo alla fine già stanco, bevo qualche sorso d’acqua dal mio zaino idrico e riparto lesto dirigendomi al secondo cross test. Questo mi piace di più, mi sforzo per guidare di gambe e stando in piedi per affaticare di meno le braccia. Il terreno qui è simile ma comincio a capire con quale stile guidare la mia piccola 125.
Arrivo all’ultima speciale del giro, dove trovo un po’ di coda prima di entrare.
Sento le braccia che faticano ogni curva di più, sono quindi costretto ad abbassare il ritmo per non rischiare di finire a terra… ma concludo restando in sella.
Mi dirigo ai paddock dove trovo papà che mi da dell’acqua fresca (sembra manna dal cielo) e approfitto dei 20 minuti circa di riposo per sciogliere i muscoli prima di ripresentarmi al CO.
Parte il secondo giro e sono di nuovo carico, cerco di dare il 100% in ogni speciale ed infatti i tempi si riducono di diversi secondi. Purtroppo trovo diversa gente in attesa di entrare in prova speciale, questo mi scoccia perché capisco che avrò poco tempo da spendere ai paddock prima di ripartire per il terzo round. Nel complesso sono soddisfatto dei risultati nelle 3ps quindi nonostante tutto parto abbastanza in forma per il terzo giro, che risulta essere il più impegnativo.
Trovo gente che mi è davanti durante il trasferimento, ci sono gruppetti di 10 persone che viaggiano in carovana ed alzano un polverone che fatico a sopportare.
Stringo i denti e penso che tanto è l’ultimo giro… arrivo al primo cross test e parto abbastanza bene, cerco di far scorrere la moto e guidare pulito ma arrivato a metà percorso cado e perdo tempo per alzare la moto, questa cosa mi abbatte un po’ e finisco il giro abbastanza… incazzato.
Mi dirigo al cross test due e trovo una marea di corridori che aspetta per entrare in speciale! Gente che è partita nelle ultimissime posizioni cerca di sorpassare i piloti che sono in attesa da diversi minuti e che devono finire velocemente il giro, insomma si crea una bella confusione ed io continuo a guardare l’orologio per paura di non finire in tempo.
Arriva finalmente il mio turno e mi butto in speciale cercando di andare il più veloce possibile, mi invento traiettorie poco probabili e mi lancio nelle curve in maniera abbastanza ignorante (come se la mia guida non fosse già abbastanza sporca…).
Finisco e neanche guardo il mio tempo: mi dirigo per diretta all’ultimo, estenuante, extreme test.
Incredibilmente qui non c’è quasi nessuno, rilasso quindi le braccia per un momento e parto. Le prime curve risultano essere le più tecniche quindi verso metà percorso sono già KO… e finisco nuovamente per terra! Imprecando rialzo velocemente la moto e mi dirigo verso la fine prendendomela più comoda per non perdere altro tempo con stupide cadute.
Come è finita? Dunque… il risultato nella classifica di categoria non è stato poi così buono. Ho concluso nelle ultime posizioni, mi sono però classificato meglio della precedente gara nell’assoluta.
D’altro canto posso riconoscere di essere super contento per aver finito anche la seconda gara, sia per l’esperienza che mi porto a casa, sia molto semplicemente perché sono riuscito ad arrivare in fondo. E come dice Enzo, la moto va portata in parco chiuso, non esiste il ritiro per motivi che non siano dati da rotture o infortuni.
Ora che ho preso un po’ le misure con il campo di gara il mio obiettivo è quello di mantenermi in allenamento e cominciare a guidare in maniera più fluida, impegnandomi per migliorare passo passo.
Ci tengo a ringraziare tutta le persone che mi danno la possibilità di partecipare a questo campionato, quindi in particolare un grazie a soloenduro.it (Enzo Danesi) da cui parte questo fantastico progetto, un grazie a mio papà Cristian che mi accompagna e supporta in ogni momento, grazie all’MC 3 Laghi per l’assistenza durante le gare e grazie a tutti gli sponsor che mi forniscono il materiale per correre:
- Just 1 per il casco
- EgoIndustries per l’abbigliamento
- FormaBoots per gli stivali
- WDS Mousse per le mousse
- Ribelli Auto Moto Salò per il furgone
Ci vediamo a fine ottobre per la prossima tappa!
Paolo Bellasich
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