LA GARA RAGGIUNGE LA CAPPADOCIA

da | Ago 27, 2019 | Motorally, News

LA GARA RAGGIUNGE LA CAPPADOCIA

Goreme – “Ogni giorno il livello si alza”. Lo dice Maurizio Gerini (Husqvarna), vincitore della tappa oggi per la categoria moto e sempre saldo al comando della classifica generale. “Questi luoghi sono incredibili ed arrivare in Cappadocia è stata davvero una emozione perchè lo scorso anno eravamo solo passati da qui. Gli ultimi chilometri in mezzo ai Camini delle Fate sono stati pazzeschi”. Le tre speciali di una giornata lunga 248 chilometri, la più corta dell’intero rally, non sono certo state facili: “Sono contento perchè anche oggi è stata una giornata intensa -prosegue Gerini – con una buona navigazione e le speciali si stanno rivelando veramente di livello. Ho avuto qualche piccola difficoltà in campo aperto perchè su queste piste vulcaniche con tanti sassi è difficile mantenere la linea che si sceglie però sono riuscito ad aumentare il mio vantaggio sugli inseguitori”. In particolare su Marco Borsi che oggi è partito fortissimo con tutte le intenzioni di recuperare il suo svantaggio cosa che gli è riuscita sicuramente sugli altri avversari, visto che ora è secondo in classifica, ma non su Gerini che anzi, guadagna ancora qualcosina e si porta ora a 33’39” su Borsi che ora nella classifica assoluta precede Nicola Quinto, Richard Kaye e Francesco Tarricone. Quest’ultimo oggi ha disputato un’ottima tappa chiudendo 5° la prima e la seconda speciale, rispettivamente da 73 e 66 chilometri, e 4° la terza, da poco più di 15 chilometri. Ottima la prestazione dei due piloti turchi, İzzet KAZDAL (Ktm) settimo, e Said Yusuf ÇAKIR (Ktm) ottavo che hanno sorpassato nella classifica assoluta Ejder ERİŞTİ (Ktm) scivolato in nona posizione. 

Domani quarta tappa da Goreme a Kahramanmaras: 372 chilometri complessivi e ancora tre prove speciali. La prima misurerà 59 km, la seconda 54 e la terza ben 107 e finirà direttamente al bivacco di Se Yaylasi.

International Press Manager – Elisabetta Caracciolo

 

 

IL TRANSANATOLIA ATTRAVERSO LE SUE GEOGRAFIE, STORIE, LEGGENDE E CURIOSITÀ.

La notte è stata accompagnata dal fruscio del vento e dal crepitio del fuoco, in lontananza si sentivano gli ululati dei lupi della steppa che riecheggiavano nelle lontane valli.

In prima mattina abbiamo come al solito fatto una lautissima colazione in questo posto fantastico, ma nel vero senso della parola….surreale, che dal vivo suscita sensazioni non paragonabili al già grande stupore che evoca in foto e filmati. Una volta rifocillati, abbiamo iniziato a smontare le tende, ricordando quasi quegli antichi nomadi che attraversavano queste steppe carichi di spezie e tessuti pregiati, per raggiungere l’antica capitale dell’impero, Costantinopoli, odierna Istanbul.
Nel frattempo i cavalieri moderni si preparavano a salire in sella ai loro cavalli meccanici, prima d’ addentrarsi nelle sconfinate steppe.

Arrivati a Ihlara ci si sono aperte dinanzi le porte dell’omonima valle, con la sua spettacolare estensione di 16km di lunghezza, scavata nella roccia vulcanica nella parte meridionale della Cappadocia, a seguito di varie eruzioni del Monte Erciyes. La valle è costituita da 14 km lungo il fiume Melendi nord-sud, che va da Selime al villaggio di Ihlara. Sedici delle 105 chiese della valle sono aperte ai visitatori e la maggior parte di queste si trova a 1 km che dall’ingresso ufficiale della valle va a Ihlara.
Ciò che rende unica la valle è la storia antica dei suoi abitanti. L’intero canyon è ricoperto da favole con abitazioni sotterranee scavate nella roccia e chiese del periodo bizantino costruite dai Greci Cappadociani . Queste popolazioni locali furono costrette a lasciare la zona e trasferirsi in Grecia nello scambio di popolazione del 1923 tra Turchia e Grecia.
A causa dell’abbondante quantità di acqua e di luoghi nascosti della valle, questo fu il primo insediamento dei primi cristiani che fuggirono dai soldati romani. Nella valle di Ihlara ci sono centinaia di antiche chiese nelle grotte di roccia vulcanica.

Abbiamo poi raggiunto Güzelyurt, antica città costruita dai greci bizantini all’ interno di un immensa parete rocciosa, nota per avere tre città sotterranee e oltre 50 chiese scavate nel paesaggio vulcanico roccioso, dove il monastero, le chiese, le grotte di rifugio e le dimore attestano la cultura della popolazione indigena della Cappadocia greca.
Ci dirigiamo poi verso il lago vulcanico Narligöl per poi raggiungere l’ultima meta della giornata. La temperatura delle acque che sgorgano dal pozzo di perforazione sulla riva del lago raggiunge i 65 gradi Celcius e l’acqua ha qualità curative per molte condizioni di salute. Il Narlıgöl è estremamente ricco di calcio, sodio e bicarbonato. I fanghi qui sono utilizzati nel trattamento di varie malattie. Un bagno ad Acıgöl è il rimedio perfetto per vari reumatismi e malattie della pelle, in particolare per la psoriasi. Le acque riducono anche la pressione venosa e la pressione sanguigna, oltre ad aiutare coloro che soffrono di edema, problemi cardiovascolari, ipertensione, reumatismi e condizioni neurologiche.

Siamo quasi a fine percorso per oggi e finalmente eccola, la fiabesca Cappadocia adornata dalle gigantesche strutture rocciose a forma di cono, conosciute come i camini delle fate, con al loro interno antichi edifici (case, chiese, templi e moschee) di tutte le epoche. Chissà se domani all’alba si riuscirà ad organizzarci in tempo per la famosissima “mongolfierata” di cui ho sentito molto parlare e che arricchisce questo già splendido paesaggio con la sua trasvolata ed i suoi colori. Domattina vi saprò dire.

Stasera non ci attende, come nei giorni scorsi, un bivacco, ma ci accoglie per la notte il bellissimo hotel Goreme Ramada.

testo: Andrea Danesi
foto: Enzo Danesi

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