LA PASSIONE PARTE DA LONTANO – TERZA PARTE
LA PASSIONE PARTE DA LONTANO – TERZA PARTE
Da isola ad isola. 2 giorni in Sardegna
LA PASSIONE PARTE DA LONTANO
TERZA PARTE
Da isola ad isola. 2 giorni in Sardegna
Meno di venti giorni dopo Sanremo e già siamo pronti per la seconda prova di Campionato Italiano.
Il ghiaccio è rotto e l’aver portato la moto al Parco Chiuso alla prima gara ci ha dato la giusta carica per continuare nel percorso programmato e cioè di completare tutte le prove del Campionato.
La tempistica relativa ai trasporti era già stata pianificata.
1) Partenza per Civitavecchia, come al solito, la mattina presto.
2) Imbarco la sera per Olbia ed arrivo a Tempio Pausania, previsto entro le 11 del mattino.
3) Rientro ed imbarco programmati subito dopo la gara, domenica 24 Aprile, così da essere a casa per la giornata di lunedì 25.
La logistica per potere supportare, con tutto il materiale possibile, la trasferta e i due giorni di gara è stata realizzata in meno di 3 giorni.
1) Motore appena rifatto e poco rodato, montato sulla Gilera in completo assetto da gara
2) Motore di scorta testato e pronto in cassetta
3) Steli di forcella Ceriani rialzata ma senza piastre
4) Coppia di ammortizzatori posteriori della ORAM appena revisionati
5) Ruote anteriori e posteriori, di rispetto, complete e gommate nuove
6) Alcune copie del mio libro da portare ai nuovi amici del Manzano
7) Non può mancare del vino di Sicilia, sempre MOLTO apprezzato.
Pare non manchi nulla, siamo pronti, si parte.
Ore 06.30, trovo il fido Giacomo che mi attende davanti il portone di casa sua con il trolley in una mano, nell’altra una busta di plastica contenente: pane del paese appena sfornato, senza di quello non si parte, le brioche per fare colazione mentre si traghetta da Messina a Villa San Giovanni e due “piruni” (calzone farcito con spinaci caldi), che ci avrebbero permesso di pranzare senza perdere troppo tempo durante la trasferta verso Civitavecchia.
Ore 09,10 siamo già “si fa per dire” in continente, pronti ad intraprendere la via del Nord, dove ci sono le Autostrade, i distributori di benzina, con i prezzi da gioielleria.
Ore 18,30 siamo al Porto di Civitavecchia, dove attendiamo l’imbarco, ceneremo a bordo e poi ci ritireremo in cabina per cercare di riposare.
Ore 06.45 si sbarca ad Olbia ed alle 7,30 siamo già a Tempio Pausania, dopo aver percorso una strada immersa tra boschi e rocce dove la pulizia regna sovrana, uno spettacolo!
Sistemiamo il nostro camper nel paddock, occupiamo il posto per il furgone di Andrea. Ore 8.00 ci apprestiamo a portare la moto alle operazioni preliminari, fiche consegnata, moto registrata e documenti miei e del mezzo depositati. Non mi resta solo che accendere la moto e dire a Giacomo di raggiungermi al parco chiuso, io prima passo per la punzonatura. Eccomi sfrecciare per le viuzze di Tempio Pausania con la mia “belva” con un sorriso a centotrenta denti, ma… dopo nemmeno duecento metri il Monocilindrico 4 tempi del glorioso Gilera Regolarità Competizione si ammutolisce senza più dare alcun segno di vita.
Rientro a spinta al nostro parcheggio ed incrocio lo sguardo di Giacomo che, prima ancora di farmi aprire bocca, è già con la chiave della candela a trafficare per capire cosa sia successo. Alla candela non arriva nessuna scintilla.
L’ansia per riuscire a trovare il guasto e la fretta, data dall’orario di consegna in parco chiuso, ci porta ad una decisione drastica, sostituire il motore. Ore 11 del mattino, motore montato e dato il giusto spessore alla punta della candela e dopo aver dato due pedalate per accenderlo ci siamo accorti che sarebbe bastato aprire il tappo della benzina “difettoso” per far respirare il serbatoio visto che non faceva passare aria.
A volte la “premura” non è una buona consigliera, anche se però, poi, non tutti i mali si sono dimostrati negativi, perché la sostituzione del propulsore ci ha permesso di finire tutti e due i giorni di gara, ma questa è un’altra storia, che farà parte del racconto della prossima gara.
Completamente fuori dall’orario previsto, riesco a punzonare ed alle 14.30 deposito il Gilera al Parco Chiuso, sospirando ed esclamando “speriamo bene!”.
Dopo aver sistemato la moto, mi precipito a vedere le Speciali, lasciando da solo il fido Reddavid, il quale è stato rifocillato con un piatto di pasta caldo dai ragazzi del Manzano.
La cosa ha colpito, così tanto, Giacomo, il quale, al mio ritorno nel paddock, mi racconta il fatto meravigliato esclamando: “…..minchia che signori, nun ma spettava….chiddu me dese u piattu e pasta, tecca mancia, dopo che hai cambiato u muture ta meriti”.
Per i non avvezzi al dialetto siculo è giusto mettere nota a piè pagina:
“…minchia (questa non necessita di traduzione) che signori, non me lo aspettavo… quello mi ha dato il piatto di pasta, tieni mangia, dopo aver cambiato il motore te lo meriti”.
Purtroppo in questa gara il mio amico Mirko Rossi non è presente, ed avendo con più copie del mio libro, decido di regalarne una copia al Motoclub Manzano, lo sport sano, unisce non divide in fazioni, consegno perciò la seconda copia al mitico Bevilacqua e al Dottor Gennaro, che la consegneranno al mio amico Mirko al loro rientro in Friuli.
La serata fila liscia, tra chiacchiere e risate con gli amici, si va a nanna quasi presto e la nottata trascorre serena.
Primo giorno di gara.
La sveglia è un poco trafelata, come tutte le mattine pregara. Mi vesto: Maglia, pantaloni, stivali, guanti e casco infilato al braccio ed eccomi trotterellare verso il parco chiuso per ritirare la mia Gilera.
Ore 09,07 è il mio turno, pronti? Via! Pedalata secca e la moto, contrariamente a Sanremo, parte al primo colpo, mentre i mitici; Daniela e Max, nella solita diretta per “Soloenduro”, mi riprendono e indicando numero, nome e Club di provenienza, “Dalla Sicilia su Gilera 175, con il numero 130… Giannantonio Maaaassaaaarottiiii”
Partito, ora penso a mettere in pratica la mia personale filosofia riguardo le gare di Gruppo5:
- Trarre il massimo piacere e divertimento dalla gara;
- Cercare di cadere il meno possibile;
- Se si cade, non farsi male;
- PORTARE LA MOTO AL PARCO CHIUSO.
Dopo qualche chilometro ecco i primi guai, per fortuna non personali.
Le Indicazioni di gara e le frecce sono completamente assenti, rotatorie piene di piloti che vagavano all’interno delle stesse, moto che venivano ed andavano in almeno 10 direzioni diverse, praticamente il CAOS.
Veniamo a sapere che durante la notte, qualcuno ha tolto tutta la segnaletica di gara.
Il campionario di “preghiere” etniche nei vari dialetti mette subito in evidenza che quando si incazzano gli italiani sono sempre coesi, le imprecazioni in coro, anche se con inflessioni dialettali diverse.
A furia di girare e rigirare intorno alla rotatoria, credo che se fossero state presenti le Forze dell’Ordine, avremo rischiato l’arresto per vagabondaggio.
Superato il primo “ostacolo” filiamo quasi spediti sino ad arrivare alla Prima P.S.
Un cartello di materiale ecosostenibile “cartone riciclato”, appoggiato su una carriola rigirata sotto sopra, ci avvisava che li era “INIZIO P.S.” scritto con una bomboletta di color Alluminio.
Sembrava di essere in un “Grest” della parrocchia, dove gli educatori, usano qualsiasi materiale per indicare start e stop dei giochi.
Tra “gite a funghi”, errori di tracciato e rientri nel percorso, senza fortunatamente prendere ritardo, una riparazione volante, specialità del mitico Giacomo, con Loctite del paraolio del cambio che perdeva copiosamente, bene o male la prima giornata si conclude nel pieno rispetto dell’ultimo punto della mia personale filosofia. PORTARE LA MOTO AL PARCO CHIUSO.
In pieno relax e prima di cucinare la cena, ci sediamo a chiacchierare con i vicini di camper.
Chiacchiera che ti richiacchiera, eccomi a raccontare di come Mirko Rossi, nella precedente gara, quella di Sanremo, si era comportato nei miei confronti, cioè da gran signore e di come avevamo stretto subito un’amicizia particolare. Ed ecco che vengo a conoscenza di una cosa, anche lui come me è stato colpito della più grande tragedia che possa toccare ad un padre. La perdita di un figlio.
Eccolo il destino, dimostrazione che tutto non avviene per caso.
È vero, siamo entrati subito in sintonia, senza sapere nulla l’uno dell’altro, qualcosa ci accomunava, l’empatia che ti fa star bene, anche se ciò che ci univa, purtroppo, non era nulla di piacevole. Questo mi ha dato la certezza che a volte il tuo destino avverso ed incontrovertibile, s’incrocia con altri destini per darsi man forte a superare sconquassi di vita..
Ma ritorniamo alla gara. Nella prova del primo giorno, ho concluso al quarto posto. Davanti a me “SOLO” l’imbattibile Gritti, Grassetti, una mia vecchia conoscenza e Romelli.
Certamente un risultato di tutto rispetto, ma mai al pari di quanto mi stessi divertendo.
Secondo giorno di gara.
Pronti…. via, la moto si accende a primo colpo, si parte affrontando le strade che oramai non sono più un incognita avendole già percorse il giorno prima.
All’arrivo dell’Enduro Test mi trovo appena davanti a Pietro Caccia con il suo inseparabile Ancillotti, di conseguenza, lo invito, anche con insistenza, per non rovinargli la speciale, a partire prima di me.
E’ la mia volta. Salgo su per la speciale e tra sassi, buche con fango, da una certa distanza, su una curva a sinistra, vedo la sagoma dell’omni presente track inspector, Stefano Passeri.
Da maestro di tutti, anche mio, seppur ultimo in classifica, con un ramo, tipo bacchetta da meticoloso insegnante, indica dove mettere le ruote per non restare inchiodato nel fango.
Grazie Stefano, sei stato fantastico e, come sempre, mi hai dato la carica per continuare!
Finita la Speciale raggiungo il buon Caccia che guarda il suo tempo di percorrenza ed attende che esca il mio.
Si lui guarda i tempi, mentre io cerco aria per riprendermi e saldare l’enorme debito d’ossigeno, spalancando la bocca e risucchiando tutto quanto è possibile pur di riempire i polmoni.
Pietro mi guarda ed esclama: “…bravo complimenti...buon tempo.”, mentre io in affanno replico: “…wahaahaa…COM…wahahaa…PLI…MENTI…….wahaaha…di cosa?”, avevo la sensazione di essere stato preso in giro, invece mi sento dire, con cadenza non troppo palermitana: “….dai……. con quel cancello che hai tra le gambe è un buon tempo”.
Caspita che bello, ho anche ricevuto i complimenti da parte di un grande della Regolarità, da raccontare agli amici, anche se la Gilera non appezza molto il fatto di essere paragonata ad un cancello, spegnendosi poi, credo, in un momento di scoramento.
Dopo averla accarezzata ed averle detto che ha capito male la storia del “cancello”, si è ringalluzzita ed è partita alla prima pedalata.
Beh…. dai anche questa è andata, abbiamo portato a casa lo stesso risultato del giorno prima ed abbiamo rispettato il punto 4 della mia personale filosofia.
Aaaah finalmente il meritato riposo! Vi piacerebbe… e invece no.
Ultima speciale, anzi specialissima: il rientro.
Si caricano di corsa armi e bagagli ed alle 17.04 via verso Olbia per prendere il traghetto, dormiremo in cuccetta ed arriveremo a casa la sera di lunedì alle 19.45, come da programma.
Dimenticavo questa trasferta ci è “costata”, tra andata e ritorno esattamente 1.962 chilometri ai quali vanno aggiunte 294 miglia marine che collegano la Sardegna alla terra ferma.
Ci vediamo a Lanciano per la prossima di campionato.
Giannantonio Massarotti
Ph: Enzo e Andrea Danesi