4 PUNTATA – LA MIA AFRICA ECO RACE
4 PUNTATA – LA MIA AFRICA ECO RACE
6 TAPPA 8/1 Boulanouar – Chami
Come nella canzone di Bennato, viva la mamma, la sveglia che suona…..
Suona alle 4:30, si parte da Dakhla direzione dogana Mauritania. È ancora tutto molto buio, è notte e la temperatura è mite e l’influenza del mare si sente sia nell’odore tipico della salsedine sia nella calma che questo trasmette, o per lo meno questa è la mia sensazione. Le moto sono già state caricate sui furgoni per evitare di farci 300 km al buio, quello lo lasciamo ai piloti della Dakar noi siamo pigri e svogliati!!! Nel mentre non mancano i colpi di scena, dromedari in mezzo alla strada che non vogliono spostarsi e una bella foratura alla ruota di un furgone dei Solarys boys.
Non ci si perde d’animo e il buon Franco Guerrini il padron di Solarys, impavido e super organizzato, in men che non si dica provvede alla sostituzione con il cerchio di scorta, non senza qualche piccola e breve imprecazione… (secondo me ora che sto scrivendo sta ancora imprecando) e senza farci accorgere noi altri a ridere con le lacrime agli occhi, ma si perde meno di 30 minuti ed alle 8 circa arriviamo all’ultimo benzinaio prima della dogana, siamo tra i primi anche in questo !!!!
Non appena fermi si ricomincia con il solito tran-tran, cioè giù le moto, giù le borse per cambiarsi, caschi maschere guanti, stivali chi deve ancora fare il camel-bag e chi l’ha già fatto, chi cerca i documenti chi non trova la targa chi l’ha messa la sera prima, chi va a fare benzina e chi si accende una sigaretta. In certi momenti sembrano tutti pazzi, si perde la calma in un attimo anche se di tempo ce n’è a sufficienza anche per un caffè con calma. Infatti è ciò che si fa, un caffè ed una foto tutti insieme che al momento sembra fuori luogo ma poi riguardandola oggi si pensa “grazie Marghe” che hai avuto questa idea, immortalare questo momento è stata una bellissima idea un momento sul quale oggi a cose fatte sorridiamo tutti.
Ci siamo si parte in direzione del buffet che l’organizzazione ha predisposto proprio poco prima della dogana pieno di ogni specialità marocchine, con personaggi vestiti con abbigliamento tipico e prodotti tipici insomma un bellissimo scorcio marocchino in quello che sarà un arrivederci!
Strano a dirsi ma in moto passiamo in men che non si dica e in meno di mezz’ora siamo già in Mauritania dove dopo circa 160 km arriviamo alla partenza della speciale. Attraverserò la dogana con Massimo Guerrini, secondo me compagno giusto per affrontare l’incerto, uno che sei sicuro che qualsiasi cosa capita anche di fronte al pericolo si ferma e lo affronta con te.
Abbiamo appena fatto nemmeno 500 metri in Mauritania e già si vede una gran differenza dal Marocco, innanzi tutto ci saranno qualche KM della così detta terra di nessuno, ovvero un tratto di terra che non è davvero nè del Marocco nè della Mauritania.
Alcuni la descrivono così :
“No man’s land, la terra di nessuno: così viene chiamata quella striscia di tre chilometri di terra che separa il Marocco dalla Mauritania, perennemente contesa tra i due paesi e ora non appartenente a nessuno dei due. Ai lati della strada di quei tre chilometri di strada sabbiosa ci sono mine ovunque. Impossibile fermarsi o sostare. Resti di auto bruciate fanno da cornice ad uno scenario post bellico, attraverso cui la polizia marocchina ci ha letteralmente scortato fino al confine, dopo interminabili ore sotto il sole cocente del deserto ad aspettare che le loro infinite pratiche burocratiche fossero terminate…..”
Forse una volta, dico io, perché quando siam passati noi il tutto è filato liscio senza scorta, senza nessun rischio né fastidio. I ruderi di veicoli abbandonati erano stati rimossi da tempo mi dicono e il paesaggio purché purtroppo pieno di immondizia (spesso in certe zone viaggiando ne trovi parecchia in certe zone), non so di mine, era libero a perdita d’occhio.
Da lì a poco, ore 10.30, arriveremo alla partenza della speciale Boulanouar, dove resteremo sino alle 13:16 orario di partenza del primo, sotto qualche gazebo che ci metteva al riparo da un fortissimo sole che già alle 12.30 faceva segnare al termometro 34 gradi e dove l’organizzazione aveva già portato molte casse di acqua per tutti i concorrenti.
Li arriveranno poi tutti i mezzi dell’assistenza fermandosi sul ciglio della strada, sembrava un rave party, chi tirava fuori sedie e tavolini e chi cercava riparo all’ombra dei furgoni finché arriva l’ora di partire. Prima tappa Mauritania, questo paese avvolto dal mistero di sabbia e dune difficilissime, che regala tanto fascino quanta ansia di restare in mezzo alle dune descritto da chi c’è già stato con un bel “….li sono cazzi….” ma tu sei cazzuto e non pensi troppo per non mettere il carro avanti ai buoi. Tu pensi che va tutto bene, che ti sei preparato tutto l’anno per questo obbiettivo, che hai dalla tua parte tanti amici che ti pensano e che la sera prima ti hanno messaggiato mandandoti tante di quelle energie che potresti spaccare il ferro come bambù, sei pronto e ti metti il caso lasciando fuori tutte le chiacchere, i pensieri negativi, le malelingue e ti isoli davvero dal mondo esterno mettendo il casco e come “over the top” giri il cappellino…..
Sono solo 204 km di speciale, pensi, che arrivano diretti al paddock senza nessuna liaison, paddock che si troverà a Chami. La speciale è praticamente tutta su pista, qualche tratto fuori pista sempre con navigazione a CAP, qualche passaggio in bassa vegetazione dove sabbia e terra dominano la scena. Anche oggi speciale davvero veloce mai sotto i 100km/h. Come sempre non manca chi si perde ma con tante tracce non è impossibile riprendere la giusta via sempre stando molto attenti al CAP. Anche oggi l’abbiam messa nello zaino questa tappa e all’arrivo al paddock tiro fuori dal cilindro magico un paio di mutande, un piccolo asciugamano e un piccolo campione di bagnodoccia, cose che mi porto sempre dietro nella giacca da rally, e via in doccia prima di tutti così da potermi rilassare aspettando l’assistenza.
In queste gare ho imparato che non sempre l’assistenza arriva prima di te, quindi se vuoi portarti avanti e riposare meglio e di più è necessario organizzarsi e fare il possibile per lavarsi non appena arrivi, cercare di mangiare qualcosa, bere e stendersi in libertà senza stivali ginocchiere ecc.
A proposito di mangiare purtroppo devo dire che l’organizzazione non ha avuto troppo a cuore le necessità dei piloti, a parte qualche banana e arancia non c’era altro da mangiare a fine tappa e l’acqua che ti davano era a temperatura ambiente cosa che in Mauritania risulta essere notoriamente molto caldo come “ambiente”. Tra l’altro spesso i bivacchi sono molto distanti dalle città che, purché piccole, offrono sempre qualche specie di locale o ristorante che qualcosa da mangiare ha.
Ma niente paura ragazzi noi abbiamo l’asso nella manica, la nostra Marghe che non appena sistemato i furgoni, gazebo, tavolini e sedie si è messa a lavorare per le nostre pance e in men che non si dica sui tavoli capeggiavano spritz, crostini con deliziose salsine spalmate sopra, succhi di frutta e bibite per ogni gusto. Ma oggi niente pasta perché l’organizzazione ha già acceso il fuoco per una cena diversa come benvenuto in Mauritania, carne arrosto e patate al cartoccio cotte sulla brace, oggi mi spiace ma la ristoria Chez Marghe fa festa. Sotto i nostri gazebo spesso e volentieri ci passano a trovare, e già che ci sono spazzolano via qualcosa, anche i big Botturi, Cerutti, Fontana, Gritti ma anche i meno big e gli amatori non si fanno mancare di passare da qui e non ultimi anche gli italiani dell’organizzazione non si dimenticano di noi, insomma molti italiani forse attratti da odori tipici italici passano tutti in rassegna da Solarys.
L’empatia di questo team, la simpatia dei loro componenti, l’ospitalità la disponibilità e qualcosa di eccezionale che in pochi team ho visto in vita mia. Sempre pronti a condividere un piatto, o un bicchiere, la battuta sempre pronta, il sorriso gratis di chi di passione ci vive. Anche i miei compagni di merende in moto devo dire che non sono da meno, mai una discussione mai una tensione o una parola negativa tutti sempre pronti ad aiutarsi a sostenersi e a dispensare consigli per ogni cosa e perché no anche a prendersi per il culo in maniera esagerata!!!
7 TAPPA 9/1 Chami – Chami tappa a margherita
Si oggi per l’assistenza è festa perché rimarranno fermi nel paddock per due giorni, per fortuna così i meccanici avranno modo di recuperare. Perché pochi ci pensano ma la vita che fanno loro è di gran lunga più stressante di quella del pilota. La sveglia è la stessa, i chilometri anche ma quando loro arrivano al paddock inizia il lavoro duro e che dire durante il viaggio non possono certo fermarsi e perdersi in pranzi o visite guidate perché il tempo è contato. Almeno noi quando arriviamo ci possiamo riposare.
Nota importante, non da sottovalutare, qua in Mauritania bisogna tirare indietro la lancetta di un ora dunque il sole sorge un’ora prima e di conseguenza sveglia prima del solito per le ore 7:20. L’alba nel deserto ha un fascino particolare e per fortuna il freddo dei primi giorni lo abbiam lasciato in Marocco.
Oggi altra bella tappettina di 453km che si rileveranno molto pesanti per via della velocità sostenuta. I primi 50km li abbiamo affrontati tra piste, sabbia dune e una navigazione un po’ complicata, dunque prima parte un po’ lenta rispetto il solito andazzo di gara, successivamente la tappa si è velocizzata molto. A spezzare il ritmo ci ha pensato un piccolo tratto poco prima del refueling dove abbiamo affrontato una ventina di km di sabbia e la famosa erba cammello con una navigazione a CAP e senza troppo gas perché il sole ormai a picco non consentiva di vedere bene le sconnessioni e le dunette del terreno, eravamo in fuori pista dunque nemmeno il Road Book ci poteva aiutare avvisandoci per tempo con pericoli rilevanti. A prima vista il terreno sembrava esser tutto piatto ma spesso nonostante la bassa velocità ti sentivi lanciare in aria come se esplodessero delle mine, qua ci vuole calma penso…. e nel mentre che finisco il pensiero arriva Francesco Muratori sulla sua Beta by Miotto che mi passa in monogomma …. riesco a vedere il suo sorriso sotto il casco e i suoi occhi che brillano come un bambino nel paese delle leccornie, salta da una dunetta all’altra tirando su il musetto della moto come fosse una bicicletta, punte dei piedi sulle pedane e gas come se non ci fosse un domani. L’erba cammello la usa come rampetta di lancio e a seconda della sconnessione del terreno decide se atterrare con l’anteriore o con posteriore. Mi aveva accennato in nave parlando qua e la che era pilota Europeo di supercross e che di cosucce ne aveva fatte, era il 2016 quando qualche sito titolava così “ Nel 2015 ha conquistato il primo posto nel campionato italiano ed altri due titoli europei. Obiettivo 2016: mantenere il primato in Italia ed entrare nella ‘top five’ del campionato francese” SX Tour….” oggi forse nemmeno trent’enne me lo vedo passare così… bhe ragazzi l’espressione “STOKAZZO” non ha mai trovato una più corretta collocazione. Mi dirà poi al paddok che iniziava “INIZIAVA” a prendere confidenza con il terreno… ed ancora un altro “STOKAZZO” ci stava alla grande. Poi con la sua cadenza marchigiana, viso pulito, giovinciello….. e chi l’avrebbe mai detto, davvero un ragazzo in gamba ma d’altronde in questa gara non ne ho conosciuto ancora uno che non si meriti un complimento del genere, chi più chi meno son tutti piloti in gamba davvero.
Ma km dopo km arrivo in fondo, dove sopraggiunto da un SSV che mi alza un polverone incredibile, perdo la concentrazione e non trovo il WP dell’arrivo. Perderò 5 minuti ma facendo affidamento al mio Self control (come la barzelletta del professore di Pierino dei tre leoni….) riesco a recuperare la retta via lasciando dietro quel SSV che ancora pascolava qua e la. Mentre mi avvicino al finish scorgo un pilota che tutto sembra tranne che andare forte. Sembra guidare storto, c’è qualcosa che non va rallento lo affianco ma cazzo è Massimiliano Guerrini, mio compagno di Team. Ha il casco segnato, qualche danno alla moto, vedo un’aurea di incazzatura degna di Gogu quando sconfigge Freezer tutta attorno a lui. Mi fa cenno che ha preso una bella botta, cerco di capire se riesce ad arrivare alla fine, mancheranno nemmeno 2 km così accelero per anticiparlo e poterlo aiutare all’arrivo. Così faccio e quando arriva lo sorreggo, ma lui dice di farcela d’altronde è un altro templare uno che nemmeno con la kryptonite lo tiri giu. Ha dolori ovunque non riesce a girare il capo, nemmeno a stare in piedi ha preso un cappottone a 140 kmh a causa di una serie di dossi che con il sole, come dicevo era difficilissimo riconoscere. Parla piano per via della botta, lo aiuto a svestirsi ed ad andare dai medici ma io poco posso fare se non tradure quello che i medici dicono. In quei momenti non pensi alla classifica, al tempo, alla bagarre ma pensi a cosa puoi fare per aiutare la persona che lì davanti a te sta passando dei brutti momenti. E’ di un incazzato che non avete idea, talmente incazzato che la sera in tenda sembrava si illuminasse dal nervoso e lo capisco cazzo aveva una ottima posizione e grandi chances di classifica. Cerca di non mollare ma nonostante gli antiinfiammatori e antidolorifici il mattino non sarà in grado di partire, il dolore distrugge chiunque anche Goku.
Assodato che il buon Massimo sia ben acciaccato, ma comunque in discrete condizioni, dopo una visita dei medici sotto la tenda dei Solarys boys troviamo anche il lato comico della cosa … Nel mentre siamo tutti li raccolti attorno al tavolo a mangiare qualcosa ascoltando il racconto del malcapitato arriva il buon Gava. Immaginatevi la scena, Massimo seduto visibilmente incazzato e dolorante con l’aurea di Goku che invade mezzo paddock sguardo della tigre mente ci descrive il volo pindarico fatto e le sue conseguenze e il Gava che arriva salterellando come Chobin (principe stellare, noto cartone animato degli anni ’80) che rivolgendosi al malcapitato con il suo tipico accento veneto esordisce così: “WE PETARDO cosa hai combinato….” ….. e il buon Guerrini che rideva contorcendosi dal dolore in ogni parte del corpo.
Nonostante tutto Massimo non molla e andrà a dormire dicendo “ci vediamo domani mattina in moto”, nonostante tutti cerchiamo di convincerlo del contrario.
8 tappa 10/1 Chami – Amodjar
Solita sveglia anche stamattina, solita colazione, solito tran tran che ormai è diventato un’abitudine e non stanca nemmeno troppo seguirla. Sistemi le robe, sacco a pelo, tenda, vestiti scarpe nel mentre ti vesti e ritiri il RB sul quale segni qualche dettaglio o avviso veloce che ieri nel brifing hanno sottolineato e siamo pronti a partire.
Max si alzerà il mattino davvero bloccato a causa della botta, non parla con la bocca ma i cuoi occhi non mentono, sento il suo disappunto per l’avventura, lo guardo ma non parlo perché spesso il silenzio dice più di un libro. Scuote piano la testa capendo ciò che volevo comunicare e sussurra “ti lascio la mia 12° posizione mi raccomando portala fino in fondo”.
Parto con questa frase che mi risuona nella testa e con tante voci e messaggi di incitamento di chi ogni sera mi scrive su whotsupp, “non mollare” “sei un grande” “attacca” “amministra” ma tutti chi più chi meno mi mandano le energie giuste per andar avanti. E’ una delle poche gare che faccio senza ansie né paure, parto sempre sereno e quando dopo un’ora di speciale mi viene fame capisco che la tappa va bene…. ecco che dopo un’ora inizio a preoccuparmi perché non mi viene fame, o cazzo cosa deve succedere?
Iniziamo con una navigazione a CAP su pistoni molto veloci e qualche bivio e tante tracce fa sorgere il dubbio a molti che all’orizzonte vedi sparpagliati per tutto il deserto di fronte a noi. Controlli bene il CAP e vedi che in effetti non è proprio giusto quello che seguono le tracce degli altri. C’è qualcosa che non va, così controllo bene il RB e mi allontano dalle tracce seguendo il mio istinto, manca poco che dovrebbe aprirsi la freccia del WP e come l’ho pensato è successo, avevo ragione penso, la freccia è esattamente nella mia stessa direzione e mi porta lì dove tutte le tracce convergono nel mentre il trip mi segna 140kmh che esaltato come pochi mantengo nonostante sul terreno si intravedono le prime dunette, quelle bastarde che ti fanno saltare in aria. Ricordate che avevo detto che non avevo fame, ecco prendo una di queste dunette la moto salta ma gestisco, come atterro ne prendo un’altra con il posteriore ma controllo il mezzo comunque, poi l’anteriore ne prende altre due in sequenza intanto che avevo già scalato due marce e pinzato con il posteriore. L’avantreno si imbizzarrisce ma tengo duro e così faro per una decina di secondi interminabili durante i quali non capisco più se sono in aria o se ho le gomme a terra. Alla fine il colpo di grazia vengo disarcionato dalla moto che si cappotta e finendo a terra sento l’aribag che esplode e ripenso a quante ne ho dette a Max per il volo di ieri…. “SONO PROPRIO UN COGLIONE….”
Facciamo la conta dei danni, come Terminator quando va in crash mi resetto e riattivo la circolazione sanguigna nel cervello che avevo momentaneamente spento. Un paramano, scarico leggermente piegato e bozzato, croce forcelle leggermente storta, cupolino crepato ma tutto sommato a parte leggeri dolori posso dire rider OK e moto OK. Perdo qualche minuto a capire da che parte arrivavo e poi si riparte.
Arrivo in fondo, son riuscito a finire la tappa cercando di amministrare e mantenendo la posizione così come chiesto dal buon Max, in sintesi oggi abbiamo fatto subito circa 40km di dune e dunette, poi pistoni velocissimi come sempre e dopo il refueling a 225km qualche tratto un po’più navigato ma pur sempre molto veloce. Alla fine arriveremo al paddock dopo circa 10km di dune con una sabbia più sostenuta e quindi più facili.
Arrivare al paddock in linea con i top-ten non è male, hai tempo per far tante cose ma soprattutto riposarti, farti vedere dai medici e magari andare dai massaggiatori per farsi rimettere un po’ in sesto le ossa. Si perché dovete sapere che l’organizzatore ha messo a disposizione di tutti piloti, meccanici assistenti ecc un gazebo con due lettini e due osteopati in gamba e tutto senza costi aggiuntivi.
Ma appena concludi una tappa subito ti preoccupi di quella dopo, soprattutto perché la nona tappa è quella più attesa, più preoccupante per tutti, quella più esagerata che mette in crisi anche i veri professionisti. Una tappa dove al brifing scopriremo avere 100km di dune e poi Oued di sabbia e poi pistoni, domani è l’apocalisse. Devo trovare forze ed energie!!!
Anche per questa tappa l’assistenza rimane ferma in questo paddock e dato che la partenza è fissata per le 7 essendoci molte modifiche ci danno il RB alla sera. Ore 9.00 brifing (sempre per la serie noi ci alziamo alle 5 ci piacerebbe andare a dormire….) con una fitta spiegazione delle modifiche che alle 9.30 ci accorgeremo che non tornino.
Tornati dal direttore di gara ci dice che c’è un errore, in effetti, e così ci farà attendere fino alle 22.15 per le ulteriori modifiche delle modifiche, insomma andremo a letto alle 22.30…….
Nicola Quinto