LA PASSIONE PARTE DA LONTANO 2^ PUNTATA

da | Nov 27, 2022 | Aziende, Epoca/G5, News

LA PASSIONE PARTE DA LONTANO 2^ PUNTATA

LA PASSIONE PARTE DA LONTANO – SECONDA PARTE
Finalmente la prima: Sanremo

PASSIONE: Dopo un inverno passato a prendere ancor più confidenza con la moto, 4 gare di Campionato Regionale e prove varie, ore ed ore in officina trafficando con i ricambi per riportare il motore spompato, per l’uso e la vecchiaia alla “potenza” dei vecchi fasti, posso ritenermi soddisfatto del lavoro fatto e lei, la mia Gilera, me lo rivelerà durante la stagione 2022 regalandomi soddisfazioni e ricordi che resteranno per sempre con me.

La passione parte da lontano massarotti 2 PSParliamo un poco di lei. La mia Gilera è nata nel 1970 ma è stata iscritta all’anagrafe “immatricolata” tre anni dopo la nascita, cioè nel 1973, ha una cilindrata di 175cc ma come tutte le signore esuberanti esagera un pochino, in realtà è una 172,4 e ha la bellezza di 13,5 CV, cinque marce, carburatore Dell’Orto UB24B, monta forcelle Ceriani Ø 32 e forcellone oscillante con due ammortizzatori, anch’essi Ceriani, il telaio è un doppia culla aperta in tubi d’acciaio, il tutto per 103kg. Faccio notare che la Gilera Regolarità Competizione ha il cambio a destra, esattamente l’esatto contrario di tutte le moto ad oggi usate dal sottoscritto. Era quindi necessario inventarsi qualcosa. Con l’ormai famoso e fido Giacomo, abbiamo tentato in tutti i modi di inventarci qualcoa e con i più svariati “accrocchi” leve e levette, aste, bulloni e diavolerie impensabili per trovare una soluzione che, come avrete già immaginato non è arrivata e perciò anche quest’anno si correrà con il cambio al contrario. Ma questa è un’altra storia che vi racconterò nella puntata della gara di lanciano.

Finalmente ci siamo, Prima Prova di Campionato Italiano di Gruppo5, 31 Marzo ore 07,30 del mattino si parte per Sanremo, saluto agli amici mattinieri seduti al bar per la colazione e via per la tanto attesa e sospirata prima prova.
Il viaggio per noi siculi è come sempre lungo, molto lungo. Sicilia, Calabria, Campania, Lazio, Toscana. Dopo circa 14 ore di viaggio alle 21.50 arriviamo a Lido di Camaiore. Decidiamo di fermarci. Piove e mancano tre ore e mezza per arrivare a Sanremo e la stanchezza, nonostante mi sia alternato alla guida con Giacomo, è veramente tanta.
L’indomani sveglia presto, colazione veloce e partenza alle ore 07,00. Arriviamo a Sanremo alle 11,30… lavori in corso in autostrada ci hanno rallentato  di parecchio.  Prendiamo posto con il furgone nella parte superiore del Paddock che sovrasta il Parco Chiuso ancora vuoto.

Finito di sistemarci e dopo aver scaricato gazebo e motociclette, decidiamo di fare i turisti, almeno per un paio d’ore. Visita d’obbligo al mitico ingresso del Teatro ARISTON ed al Casinò. Attendiamo poi l’arrivo del nostro amico Andrea Rastrelli, con il quale abbiamo passato in Sicilia una meravigliosa settimana di allenamento e prove, al quale abbiamo riservato lo spazio per il per il suo furgone.
La passione parte da lontano Massarotti Segale Le gare di Regolarità per i piloti, iniziano il giorno prima (se non due) con la visione delle prove speciali, rigorosamente a piedi, le verifiche tecniche e amministrative e per finire consegna della moto in parco chiuso. Finito tutto ciò non ci resta che dare un’occhiata in giro per chiacchierare con vecchi e nuovi amici.

Incontro con immenso piacere il mio amico Max Segale, che non vedevo dal 1978 ed il buon Stefano Passeri, dal 2001 al quale con orgoglio ho consegnato copia del mio libro con dedica autografa, loro due fanno parte dello staff che organizza il campionato, Max fa lo speaker e Stefano il “Track Inspector”. Serata in un ottimo ristorantino con gli amici e tutti a nanna.

Sveglia agitata, sento già l’adrenalina della competizione. La mente è già proiettata alla partenza, la paura di non farcela a finire la giornata è tanta, forse il mio inconscio sa già, forse non sa nulla, ma di sicuro si diverte facendomi pensare a chissà cosa, chissà quali difficoltà, lui lo sa, ma non me lo vuole dire.

Ritiro la moto dal parco chiuso con l’ansia di un giovincello alla prima esperienza. Mi avvio alla partenza con i battiti del cuore che aumentano poco alla volta, consapevole che non sarà una passeggiata e che sul percorso non ci saranno Biancaneve e i sette nani ad aiutarmi, ovvio penso tra me e me, Biancaneve non è di Sanremo e ci rido su. Cosa non si fa per stemprare la tensione? Giungo alla linea di partenza, al mio fianco c’è un omone con il pizzetto, ed è in sella ad una Honda con il numero 132.

 

Primo segno del destino

Quando scelsi il numero fisso di gara, avevo puntato all’ultimo della mia Categoria, la “B2” ed esattamente il 130, visto che il mio intento era quello di non rallentare nessuno, almeno nella mia Classe.
La passione parte da lontano Massarotti RossiPronti via. Rossi ha il numero 132, ma come? Hanno aggiunto un altro numero? Vabbè, con mezzo colpo di pedivella, lui accende la moto e si avvia, mentre io, beh io, lasciamo perdere.  Il viso di Giacomo (meccanico) si rabbuia e di impulso si avvicina alla moto toccando il rubinetto della benzina per accertarsi della sua apertura. Iniziamo bene, cazziatone dal Commissario di Gara che ci rimprovera con un secco urlo, udibile anche in un video andato in diretta “non puoi toccare la moto!!!”, be dai pazienza meglio un alzata da terra che due ceffoni. Perciò inizio la gara con 10 punti di penalità per mancato avvio del motore. Per riuscire ad avviarla vado subito in carenza di ossigeno, riesco con fatica a metterla in moto e parto per la prima avventura di Campionato Italiano e se il buon giorno si vede dal mattino…

 

Mari Monti Neve e Vin brulè

Massarotti Sanremo 1La temperatura non è delle migliori, fa freddino e per andare dal mare alla montagna, dobbiamo fare una serie infinita di chilometri e tornanti, tutti su asfalto. Arriviamo alla prima PS belli gelati, ed è solo il primo giro. Un pallido sole si affaccia nel plumbeo orizzonte e il colore delle nuvole non promette nulla di buono. La prima speciale è degna di un Campionato Regionale, veloce e impegnativa quanto basta che permette a tutti di carburare e di scaldarsi per il proseguo. Non credo di poter asserire per la prova successiva.
Bene o male e considerando che la “filosofia” del regolarista D.O.C. è “La moto va portata in parco chiuso anche se sarai l’ultimo ad arrivare”. Proprio così, la moto la si deve portare sempre in parco chiuso, a meno di rotture irrimediabili del mezzo o delle articolazioni. Senza neppure considerare minimamente i tempi di percorrenza delle prove speciali, proseguo fino a fine PS e il primo controllo orario lo completo a zero, con grande soddisfazione mia, di Giacomo e tutti i famigliari ed amici che dalla lontana Sicilia, grazie alla diretta di tempi e  immagini, sono moralmente li con noi.

Via verso la fine del primo giro, attraversando la seconda P.S. sulla quale non mi esprimo, visto anche le voci di corridoio, raccontavano di alcuni nomi altisonanti del “circus”, per me sino a quel momento sconosciuti, avevano deciso per chiara forma di “protesta”, di non prendere parte alla gara ritirandosi. La P.S. è un continuo di saliscendi, buche, sassi, radici bagnate e discese mono traiettoria incanalate in tornanti stretti e scivolosi. Proprio in uno di quelli mi sono cimentato in un doppio carpiato da leggenda, il tutto immortalato dal fotografo li posizionato. Mi rialzo con fatica e sento una voce che dice “tutto bene? Fatto male?” Non capisco se il fotografo è veramente preoccupato o se mi sta sfottendo. Lo guardo e vedo che non ride la sua preoccupazione è reale, lascia la sua macchina fotografica a terra e mi aiuta a rialzare la moto.

Riparto.

Ci siamo, anche la seconda speciale è fatta… bene o male. Percorro un tratto d’asfalto di pochi chilometri dopo la P.S. ed ecco che arriva la discesa, oltre 20 minuti di picchiata verso Sanremo, che mi spacca a metà le braccia ed il morale ma DEVO continuare. Al mio fianco c’è mio figlio, che mi accompagnerà per tutta la gara.
Al secondo giro, arrivo al C.O. e nevica, le nuvole hanno mantenuto la loro promessa.  Fa freddo, ma devo attendere il mio via dato dalla Tabella di Marcia, devo aspettare circa 20 minuti. Il motore 4 tempi del Gilera scandisce i secondi e mi fa da termosifone, il suo cilindro raffreddato ad aria fa il suo lavoro anche li, mi scalda, riesco ad asciugare i guanti fradici ed aiuta a far riprendere la circolazione sanguigna delle mani intirizzite dal gelo.
Nello spazio antistante il C.O. i piloti appartenenti ai MC, quelli seri, hanno la loro assistenza con tutto l’occorrente, sia per quella meccanica che per quella fisica, praticamente… dall’olio motore, per soddisfare la meccanica, al vin brulè per riscaldare il corpo.

Secondo segno del destino

La passione parte da lontano rossi 132Si avvicina a me l’omone con il pizzetto, ricordate? Si quello che ha preso il via della gara con me quello della Honda, il N°132. Mi chiama con il nomignolo di “VICHINGO, vieni qui e scaldati”, mi invita a ripararmi sotto il gazebo del suo M.C. precisamente il Manzano, per prendere qualcosa di caldo che mi posa riscaldare, essendo io astemio devo declinare l’invito, ma la signorilità e gentilezza di Mirko Rossi, questo è il nome del, “lui mi permetta”, MIO AMICO, mi ha colpito particolarmente e quindi cedo all’invito che per il proseguo della gara risulterà un toccasana. Ma per avere un altro segno del destino si dovrà aspettare la gara di Tempio Pausania in Sardegna. Dritto o storto, tra una caduta ed un’altra il parafango anteriore si è ridotto ai minimi termini, riuscirò a distruggerne almeno 5/6 in tutta la stagione.

Eccomi a fine gara

Strano non sono nemmeno tanto stanco, sarà la soddisfazione per aver terminato la gara, sarà l’effetto “Friuli”, ma sono orgoglioso di aver consegnato la Tabella di Marcia ai Cronometristi.
Raggiungo il mio posto di assistenza, dove ad attendermi c’è il fido Giacomo, Maurizio del “M.C. Leonessa d’Italia”, Mirella la moglie di Rastrelli (n.d.r.) e Maurizio mio fratello, che da Milano è venuto per l’occasione. La passione parte da lontano andiamo al parco chiusoL’emozione mi assale, penso a Giulio, mio figlio, ho avuto l’impressione che lui abbia guidato al mio posto, scoppio in un pianto non troppo celato, tanto da far esclamare Mirella “si è emozionato, Ginni, ti sei emozionato, che bello sei contento”.

Si mi sono emozionato. Dopo quasi 43 anni ho ripreso a soddisfare la mia passione e non con una “garetta” qualsiasi, ma con una Prova di Campionato Italiano di Regolarità Gruppo5, percorsa nel e con il ricordo, di chi ha viaggiato e continuerà a viaggiare sempre accanto a me, ma anche questa è un’altra storia.

Un arrivederci alla prossima, ci rivediamo in Sardegna. Dimenticavo, ce la siamo cavata con 2.927 kilometri tra andata e ritorno e questa è solo la prima delle 5 trasferte previste, senza contare i Km della gara.

PS: Biancaneve e i sette nani non c’erano, ma se ci fossero stati avrebbero patito un freddo cane anche loro.

Giannantonio Massarotti (Ginni)

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