PROTAGONISTI DELLA SIX DAYS DI CAMERINO 1974: PIETRO GAGNI
PROTAGONISTI DELLA SIX DAYS DI CAMERINO 1974: PIETRO GAGNI
IL RE DELLE PICCOLE CILINDRATE
Pietro Gagni nasce a Bagnatica (già Rocca del Colle) provincia di Bergamo nel 1951.
Palmarès
1 Campionato Europeo 80cc (1982, con Zündapp)
1 Campionato Europeo 50cc (1979, con Fantic)
1 Vittoria del Vaso d’Argento ISDT con la Nazionale Italiana (1975, con SWM)
1 Vittoria nella classe 50cc nella ISDT di Camerino (1974)
2 Campionati Italiani 50cc (1974 con Gilera e 1977 con SWM)
3 Valli Bergamasche (1975 con SWM 50cc, 1979 con Fantic 50cc, 1982 con Zündapp 80cc)
6 Medaglie d’oro nella prestigiosa Six Days
Passiamo all’intervista
Pietro, raccontaci come è nata la tua passione per le moto e come hai iniziato la tua carriera nelle gare di regolarità.
PIERTO GAGNI: La mia passione per le moto è iniziata grazie a mio fratello, che aveva acquistato con i risparmi del suo lavoro una Gilera 125 4t. Ricordo ancora quando mi portò a vedere una gara di regolarità disputata vicino a casa nostra. Ero così affascinato da quelle moto che, nei giorni successivi, appena potei, presi la mia bicicletta e rifeci lo stesso percorso della gara.
Ormai la passione era esplosa. La mia era una famiglia contadina, e i miei genitori non avevano grandi disponibilità economiche. Tuttavia, da quel momento in poi, lavorando sodo e risparmiando, sono riuscito a mettere da parte i soldi per acquistare una Müller con motore Morini, a cui in seguito montai un motore Zündapp con l’aiuto del concessionario di zona, Angelo Tadini. In quell’officina bazzicavamo in molti (io, Brissoni, Berzi e altri) e Angelo era sempre pronto a darci una mano. Con quella moto e quel motore ho cominciato a ottenere buoni piazzamenti nelle gare. La mia prima gara la feci a Capriolo, un regionale del 1968.
Quali sono stati i momenti più significativi della tua carriera?
PIERTO GAGNI: Uno dei momenti più importanti è stato quando, prima di partire per il servizio militare, alla guida di una CMK 50, vinsi il Trofeo Dallara. Successivamente, dopo i quindici mesi di ferma militare, grazie a Nello Fortunato, ebbi a disposizione una Rond, marchio di cui era concessionario di zona. Così, nel 1973, ebbi l’opportunità di gareggiare e di alzare l’asticella della competitività. Ricordo che alla 24 Ore di Monte Campione di quell’anno corsi in coppia con Gino Perego, sempre con la Rond 50cc, e arrivammo secondi nonostante per quasi tutta la gara fossimo in prima posizione.
A quel punto, la Gilera mi notò e mi volle nella squadra ufficiale. Nel 1974, avendo a disposizione una moto e una squadra di primo piano, finalmente vinsi il mio primo Campionato Italiano. Ciliegina sulla torta, fui chiamato a far parte della Nazionale Italiana del Trofeo per disputare la Six Days di Camerino. Vinsi la categoria 50cc e, con la Nazionale Italiana, salimmo sul terzo gradino del podio. Nel 1975, Gilera chiuse il reparto corse e passai a SWM.
L’Isola di Man fu una gara veramente dura: sei giorni di terreno viscido, costellato di radici e fango. Quella vittoria ce la meritammo tutta. Un ricordo particolarissimo di quella trasferta, che non è inerente alla gara, è legato alle ragazze dell’Isola di Man. Voi mi direte, erano belle? Ce n’erano di belle e di così così, ma ciò che mi stupì è che bevevano birra come fosse acqua, praticamente delle spugne viventi. La cosa per me fu scioccante.
Parlaci delle moto che hai utilizzato durante la tua carriera.
PIERTO GAGNI: Parliamo delle moto ufficiali e cominciamo con la Gilera. Nel 1974, la moto di casa Arcore era un mezzo praticamente perfetto: il telaio in titanio e un motore con soluzioni tecniche all’avanguardia per quell’epoca la rendevano estremamente competitiva. Con la Rossa di Arcore ho il ricordo delle mie prime grandi vittorie; peccato per il loro ritiro dalle competizioni, avrebbe potuto dire la sua ancora per molto.
Nel 1975 passai a SWM, un’azienda emergente e con grande voglia di vincere. La casa di Rivolta d’Adda puntava a far gareggiare moto di serie, proprio per conquistare il mercato. Spesso, però, su richiesta pressante di noi piloti, venivano modificate. Nel 1976, nel Campionato Europeo, iniziai con la 50cc, ma mi ritirai alla prima gara per rottura dell’albero motore. Continuai la stagione europea in sella alla 100cc e arrivai secondo nella classifica finale. Nel 1977, stessa situazione: partii con la 50cc, rottura dell’albero motore, continuai però la stagione in sella alla 125 e arrivai terzo. Chissà, forse senza quegli inconvenienti… ma questi sono i rischi delle gare.
Il marchio di Sironi e Vergani mi diede anche molte soddisfazioni: la più grande fu la vittoria del Vaso d’Argento alla ISDT dell’Isola di Man. Con SWM vinsi anche un campionato italiano e una Valli.
Nel 1979 passai in Fantic, con cui feci due stagioni: 1979/1980. Anche il “fantichino” era una grande moto, con un ottimo telaio e una componentistica d’eccezione. Quando arrivai in Fantic, il reparto corse mi mise a disposizione un motore esplosivo: aveva una coppia incredibile, ma difficile da gestire, visto che entrava agli alti regimi rendendo così difficile il controllo su terreni viscidi. Chiesi perciò un motore più vicino a quello di serie, e il reparto corse mi accontentò. Ripagai la fiducia con la vittoria del mio primo Campionato Europeo e della mia seconda Valli Bergamasche.
Dopo una breve parentesi con Polini nel 1981, per un anno rimasi fermo per mia decisione.
Nel 1982 approdai a Zündapp. Su segnalazione di Andrea Marinoni, Zündapp mi contattò per un eventuale ingaggio. Premetto che la moto di Monaco di Baviera era sempre stata tra le mie preferite; perciò, poterla portare in gara fu davvero il raggiungimento di un sogno, non potevo non accettare. Andai in Germania a inizio anno, dove mi fecero correre una gara regionale per valutarmi, e vinsi la gara con l’80cc.
La squadra Zündapp era organizzatissima: Elisabeth e Friedrich Neumayer, proprietari dell’azienda, seguivano la squadra e avevano un bellissimo rapporto con noi piloti. Si notava la viscerale passione per le loro creature. Il 1982 fu veramente l’anno più bello, coronato dal secondo titolo Europeo e dalla mia terza vittoria nella Valli Bergamasche. L’anno dopo decisi di smettere.
Gareggi ancora?
PIERTO GAGNI: Ogni tanto mi capita di fare qualche gara di Gruppo 5, proprio per non lasciare che la ruggine prenda il sopravvento. Nel 2021 ho corso con i miei vecchi amici del Team SWM (io, Brissoni, Rottigni, Pertogalli) il FIM Enduro Vintage Trophy, in concomitanza con il 45° anniversario della vittoria del Vaso sull’Isola di Man.
Gagni non è solo regolarità: hai anche avuto esperienze nel mondo della MotoGP e alla Dakar. Puoi raccontarci qualcosa in più?
PIERTO GAGNI: Sì, ho lavorato per 26 anni nelle principali scuderie del Campionato Mondiale Velocità. Dal 1986 al 2012 ho lavorato come meccanico per Yamaha, Ducati e Honda, e ho contribuito ai successi dei loro piloti in MotoGP, tra cui Casey Stoner, Sete Gibernau, Max Biaggi, Marco Melandri. Indimenticabili i sei anni passati con Casey Stoner e i suoi due mondiali vinti, prima con Ducati e poi con Honda.
Come meccanico, ho anche seguito per sette anni il TEAM Cagiva Lucky Explorer DAKAR, gestito da Roberto Azzalin e i suoi piloti: Hubert Auriol, Ciro de Petri, Gilles Picard, Claudio Terruzzi, Franco Gualdi, Davide Trolli, Carlos Mass, Jordi Arcarons, Edy Orioli.
Cosa ti ha insegnato la tua lunga carriera e cosa consigli ai giovani piloti?
PIERTO GAGNI: La mia carriera mi ha insegnato l’importanza della determinazione, della passione e del duro lavoro. Ogni vittoria e ogni sconfitta sono state lezioni preziose. Ai giovani piloti consiglio di non mollare mai, di lavorare sempre al massimo e di credere nelle proprie capacità. Le difficoltà ci saranno sempre, ma sono quelle che ti rendono più forte e ti preparano per le sfide future.
Enzo Danesi Soloenduro.it
Foto Archivio Pietro Gagni e Enzo Danesi